INCORONAZIONE CARLO III D’INGHILTERRA
Coronation Ceremony
Questo sabato, 6 maggio 2023, avrà luogo a Westminster un evento storico: l’incoronazione del nuovo Re d’Inghilterra, Carlo III. L’ex Principe di Galles, colui che più di tutti nella storia inglese ha dovuto attendere per la sua ascesa al trono, si appresta a vivere in prima persona uno dei momenti più significativi del decennio.
Nell’attesa di assistere alla cerimonia, grazie alle pagine di giornale dell’Emeroteca è possibile fare un breve salto indietro nel tempo, ai vari momenti che hanno visto protagonisti i neo sovrani inglesi di epoche passate nel momento solenne dell’investitura, per capire l’impatto che la cosiddetta «Coronation» ha avuto in Italia e, in particolare, nella cronaca napoletana. Il quotidiano locale il Mattino riporta infatti notizie e foto di tali eventi, di rilievo non soltanto per gli equilibri politici mondiali, ma anche di interesse storico vista l’antichità del rito che si perpetua pressochè immutato dall’età medievale, secondo i dettami del Liber Regalis del 1382.
Sono trascorsi circa 70 anni dall’ultima incoronazione, avvenuta il 2 giugno del 1953, in cui la protagonisa fu una giovane donna di appena 26 anni, passata alla storia come la Regina Elisabetta II.
In quel giorno la folla di sudditi inglesi accerchia l’Abbazia di Westminster, impaziente di assistere all’avvenimento, che conta circa 8.000 tra i soli invitati ufficiali. Il fermento della popolazione è immortalato da alcune fotografie pubblicate su Il Mattino: quella di Elisabetta, infatti, non è solo la prima incoronazione, è uno dei primi eventi ad essere trasmesso in diretta eurovisiva. Il popolo si accalca, un paggio reca sul cuscino la corona che al termine della cerimonia verrà posta sul capo della nuova monarca, sancendo l’inizio di quella che è definita la «seconda era elisabettiana». Molte sono le lodi tessute nei suoi confronti: la Regina appare dolce, posata, rassicurante in quanto emblema degli antichi fasti e degli illustri esempi di sovrane che l’hanno preceduta.
Il suo temperamento pacato e posato è rimarcato nel titolo in prima pagina del giorno successivo alla cerimonia, il 3 giugno, in cui trapelano le prime immagini della sovrana consacrata: Elisabetta, avvolta nella Veste Reale, appare finalmente con la corona sul capo, regge nelle proprie mani gli scettri dello Spirito Santo e del potere temporale; è seduta sul trono di Edoardo Plantageneto, al cui interno si conserva la Pietra di Scone su cui sono stati incoronati tutti i monarchi scozzesi ed inglesi per oltre 700 anni. Ѐ un’immagine impattante, anacronistica, simbolo della «favola» vissuta in questo giorno dal popolo inglese, che radunato in un corteo la acclama intonando “God save the Queen”.
Il regno di Elisabetta inizia tuttavia precedentemente la cerimonia d’incoronazione, circa un anno e mezzo prima, il 6 Febbraio 1952, in seguito alla prematura scomparsa di suo padre. Le condizioni di salute di Re Giorgio VI, da tempo malato, precipitano improvvisamente, e la sua dipartita è per gli inglesi fonte di grande sbigottimento e costernazione. La principessa al momento dell’accaduto non è presente a palazzo: in viaggio diplomatico in Africa col consorte Filippo, affronta prontamente il ritorno in patria per rendere omaggio alle spoglie del Re ed essere proclamata Regina.
Il giorno successivo all’accaduto, il 7 Febbraio, Il Mattino pone in prima pagina la notizia, sottolineando l’età della futura sovrana e accompagnando l’articolo con uno dei ritratti ufficiali più iconici della giovane Elisabetta II: a mezzobusto, girata a tre quarti, con lo sguardo puntato verso l’osservatore
Il suo destino di Regina è segnato già l’11 dicembre 1936, quando con sgomento della nazione l’erede al trono di Giorgio V, Re Edoardo VIII, decide di abdicare. Il “peso” della corona si poserà quindi su suo fratello Albert, che prenderà poi il nome di Giorgio VI, e in un futuro non troppo lontano sulla nipote, la principessa Elisabetta, ritratta in questa fotografia all’età di 10 anni in qualità di nuova erede al Trono Inglese.
La notizia dell’abdicazione di Edoardo VIII genera un grande interesse nella stampa mondiale, non di meno in quella italiana. Su Il Mattino l’annuncio occupa l’intera prima pagina del giorno 11 dicembre 1936, corredato da numerose foto che immortalano i principali protagonisti della vicenda: l’ex sovrano chiamato ormai soltanto col suo nome di battesimo, David Windsor, i futuri sovrani Duchi di York, il Primo Ministro Stanley Baldwin e la signora Wallis Simpson. Ѐ per amore di quest’ultima che Edoardo VIII sceglie di rinunciare al Trono: la donna, che aveva già contratto matrimonio, terminato poi con divorzio, non sarebbe stata accettata dal Paese in veste di Regina.
Il compito di guidare il paese in un momento politico delicato, durante il quale si consolidano in Europa realtà nazionalsocialiste, è quindi affidato al secondogenito di casa Windsor, Albert, il padre di Elisabetta II, che viene proclamato Re con l’appellativo di Giorgio VI. Il suo temperamento è molto diverso da quello di suo fratello: agli eccessi e all’esuberanza del vecchio sovrano oppone uno stile di vita morigerato e dedito alla famiglia, aspetti che l’opinione pubblica ricorda come caratteristici del loro padre, il defunto Re Giorgio V.
Nel numero de Il Mattino del 13 dicembre 1936 le foto in primo piano dei due nuovi sovrani arricchiscono la notizia dell’avvenuta proclamazione e la descrizione di tutti i passi fondamentali della funzione, tra cui il giuramento del sovrano alla Costituzione e alla Chiesa, il giuramento di fedeltà del Parlamento, il suono delle trombe, il corteo celebrativo.
La vera e propria cerimonia d’incoronazione di Giorgio VI si tiene 6 mesi dopo, il 12 maggio 1937.
L’evento è, tuttavia, quasi tralasciato dalle pagine del quotidiano; all’Inghilterra, politicamente ostile al regime fascista, non è concessa troppa attenzione. La notizia appare in un trafiletto del giorno successivo, 13 maggio, racchiuso nella rubrica “Notizie da tutto il mondo” de Il Mattino: si narrano soltanto eventi spiacevoli della giornata, ferimenti generatisi durante il corteo, disordini politici conseguenti la nomina, ma soprattutto grandi manifestazioni di solidarietà sono rivolte all’ex sovrano, il Duca di Windsor, che ha abdicato l’anno precedente.
Il giorno prima dell’incoronazione, nel numero dell’11 maggio, più spazio è invece concesso, nella medesima area del quotidiano, ad una calunnia nei confronti del futuro re: è riportata la notizia di una ragazza francese che si dichiara legittima erede al trono d’Inghilterra, manifestando intenzione di fermare la cerimonia d’investitura.
La mancata attenzione per l’incoronazione di Giorgio VI nel 1937 stride ancor più se paragonata allo spazio dedicato a suo padre, il sovrano predecessore Giorgio V, immortalato assieme alla sua consorte Maria di Teck in quella che, più che una foto, appare quasi come la riproduzione di un dipinto ufficiale in cui si assiste all’apoteosi dei sovrani. I simboli della monarchia, i Regalia, tra cui il trono, gli scettri, le corone, lo stemma, sono ben visibili. L’evento è narrato nei minimi dettagli nel numero del 23-24 giugno 1911: il brusio del popolo, lo scoppio dei cannoni, il corteo di nobili e ufficiali a scorta del Re da Buckingham Palace all’Abbazia di Westminster, i membri del Parlamento schierati, l’altare d’oro.
Ancor più dettagliata la narrazione dei cinque momenti fondamentali della cerimonia: il riconoscimento, durante cui l’arcivescovo di Canterbury presenta il nuovo sovrano; il giuramento, con cui il re s’impegna a difendere il Regno e la Chiesa; la consacrazione, mediante l’unzione di testa, petto e mani con l’olio santo; l’investitura con i simboli della regalità e l’incoronazione vera e propria; l’omaggio al nuovo sovrano mediante la genuflessione dei vescovi, nobili e rappresentanti politici.
Nei primi anni del ‘900 sul quotidiano non sono ancora presenti inserti fotografici. La notizia di un evento importante come l’incoronazione del nuovo Re d’Inghilterra non è in ogni caso lasciata spoglia. Il predecessore di Giorgio V, nonché figlio e successore della Regina Vittoria, re Edoardo VII, eredita il trono il 22 gennaio 1901, ma viene incoronato soltanto il 9 agosto 1902: l’articolo dedicatogli il giorno successivo occupa gran parte della prima pagina del giornale, ed è impreziosito da quattro illustrazioni che raffigurano il nuovo sovrano incoronato, la sua Regina consorte Alessandra, il Duca di Norfolk e uno schizzo della Cappella di Sant’Eduardo. Non manca anche in questo caso la narrazione de «I particolari della giornata e della cerimonia».
Tra i volumi dell’Emeroteca si conserva, infine, il “Giornale del Regno delle Due Sicilie”, antico quotidiano napoletano edito tra il 1816 e il 1860. Addì 11 luglio 1837, con qualche giorno di ritardo rispetto alla data effettiva, si legge il seguente annuncio «[…]venne, col cerimoniale consueto, proclamata Regina dei tre regni uniti col nome e titolo di Alessandrina Vittoria I». La nuova monarca, la Regina Vittoria, che regnerà fino al 1901, assurge al trono a un’età ancor inferiore rispetto a Elisabetta II, soli diciotto da poco compiuti, ma si mostra già «Regina in tutta l’estensione del termine, come per la grazia, così per la dignità e maestà nell’atteggiamento». Giovinezza, longevità, tempra e impatto sulla cultura sono comuni denominatori delle due donne e sovrane, che hanno caratterizzato e lasciato un’impronta indelebile nell’epoca in cui hanno vissuto e regnato
L’incoronazione del sovrano inglese, per antichità e continuità del Regno, è senza dubbio un avvenimento unico ed epocale, e per tali motivi suscita sempre grande attenzione e curiosità. A ciò si può aggiungere una riflessione di Giovanni Ansaldo, autore dell’articolo sulla Coronation del 2 giugno 1953: l’interesse delle folle, britanniche o meno, non è suscitato da un mero gusto volgare per tutto ciò che è appariscente e spettacolare, bensì dalla contrapposizione di quest’avvenimento con il livellamento sociale in atto e l’ideale dell’uguaglianza. Ad affascinare è lo splendore, la maestà di un’epoca passata che ha ornato il mondo più di quanto ci si aspetti possa avvenire in futuro, e la cerimonia dell’Incoronazione, per un momento, restituisce quelle sensazioni, incantando tutti con lo spettacolo antico e irrazionale della consacrazione di un Re di fronte al suo popolo.