Il Banco di Santa Maria del Popolo nasce con lo scopo di sostenere l’opera dell’Ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili – che si trovava sulla collina di Sant’Agnello a Caponapoli – fondato di Maria Lorenza Longo nel 1522. Solo nel 1587, però, i governatori dell’Ospedale decisero di avviare l’attività di banco, assumendone l’amministrazione con lo scopo di mantenere e sviluppare, con le proprie rendite, l’opera pia da cui dipendevano.

Il 31 gennaio 1589 venne approvato lo Statuto. Nella licenza vicereale era indicato l’unico impiego permesso del capitale depositato: l’acquisto di annue entrate, cioè mutui ipotecari fruttiferi soltanto col Fisco statale e con la Città di Napoli, mentre era espressamente proibito avvalersi in altro modo delle somme depositate.

Allorché l’opera crebbe d’importanza, fu deciso, nel 1597, di trasferire gli uffici in un fabbricato di proprietà dell’Ospedale nella piazza di San Lorenzo, e propriamente nel palazzo che fa angolo tra via dei Tribunali e via San Gregorio Armeno, di fronte alle chiese di San Lorenzo e di San Paolo dei teatini.

Dopo alterne traversie Angelo Barrile, Segretario del Viceregno, si preoccupò di separare il governo del Banco da quello dell’Ospedale. Nel successivo periodo la sua storia non si distacca da quella degli altri banchi, le cui vicende sono in stretta relazione con la storia del Regno di Napoli. Con l’editto di Giuseppe Bonaparte dell’11 giugno 1806, il Banco del Popolo venne soppresso con altri banchi e al loro posto venne istituito il Banco dei Privati, con quattro casse, le quali erano costituite dagli antichi banchi della Pietà, dei Poveri, dello Spirito Santo e di Sant’Eligio.