BANCHI PUBBLICI

All’inizio del 1500, Napoli era la seconda città europea dopo Parigi; il suo porto commerciale era uno dei maggiori del Mediterraneo. Le strade erano affollate da nobili, commercianti, marinai, ma anche da tanta gente che cercava di sopravvivere espletando lavori saltuari e giornalieri. L’inflazione affliggeva infatti parte della popolazione che faceva ricorso all’usura per soddisfare i bisogni primari. Incominciarono a sorgere così delle istituzioni che avevano tra gli obiettivi anche quello di sollevare dall’usura le fasce più deboli di cittadini. Tra il 1500 ed il 1600 sorsero dunque gli otto banchi pubblici napoletani:
1. Banco della Pietà (1539-1808);
2. Banco dei Poveri (1563-1808);
3. Banco dell’Annunziata (1587-1702);
4. Banco di Santa Maria del Popolo (1589-1808);
5. Banco dello Spirito Santo (1590-1808);
6. Banco di S.Eligio (1592-1808);
7. Banco di S.Giacomo e Vittoria (1597-1809);
8. Banco del Salvatore (1640-1808).

Le sedi dei banchi pubblici napoletani erano collocate in alcune delle più suggestive zone del centro storico di Napoli, da via Toledo a piazza Castelnuovo, da San Biagio dei Librai a piazza San Domenico Maggiore, da via Tribunali a piazza del Mercato. Con il passare degli anni i banchi incominciarono ad accettare in deposito somme di denaro impiegate in prestiti con interessi e si convertirono in istituti di credito. Gli istituti di beneficenza si arricchirono e, per supplire alla scarsità del denaro in circolazione, dettero vita all’uso della fede di credito. Queste attestazioni di depositi di denaro potevano essere girate sia ai privati che allo Stato e in esse era spesso menzionata la causale del pagamento. Le fedi di credito iniziarono ad avere valore di atto pubblico e a sostituire, almeno in parte, la moneta metallica. Lo Stato si rivolgeva ai banchi pubblici per finanziare guerre, per pagare i rifornimenti dei viveri per la popolazione, per effettuare i lavori pubblici, i poveri vi ricorrevano per impegnare i loro beni, i ricchi, invece, per depositare denaro e preziosi.